Il settore della vite e del vino italiano compie un ulteriore passo evolutivo grazie alla recente introduzione del Sistema unitario di certificazione della sostenibilità delle produzioni agricole.
Istituito dalla legge n. 77 del 18 luglio 2020, art. 224-ter, il sistema attraverso Organismi di controllo autorizzati certificherà la conformità dei metodi produttivi degli operatori aderenti rispetto a un disciplinare nazionale, riportante l’insieme delle regole produttive e di buone pratiche finalizzate a garantire il rispetto dell’ambiente, la qualità e sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini, un adeguato reddito agricolo nella filiera vitivinicola.
Il provvedimento si inserisce in un percorso collegato agli obiettivi del “Green Deal” europeo e alla strategia “Dal produttore al consumatore” che attribuiscono alla Politica agricola comune (PAC) un ruolo determinante nel contribuire al raggiungimento dello sviluppo sostenibile declinato dall’Unione europea sulla base dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Ciò vuol dire che, in aggiunta alla priorità data al contrasto ai cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità da parte della politica di sviluppo rurale post-2020, il settore vitivinicolo avrà a disposizione un sistema di qualità – basato sulla corretta gestione del suolo, dell’acqua, degli input chimici e del consumo energetico – che farà riferimento alle procedure, ai principi e alle disposizioni contenute nelle linee guida nazionali di produzione integrata per la filiera vitivinicola, di cui alla legge 3 febbraio 2011, n. 4, integrato, sia per la fase di campo che di cantina, dalle prescrizioni e dai requisiti previsti da norme cogenti o volontarie, nazionali o internazionali, attualmente a disposizione dell’intera filiera, quali ad esempio i seguenti schemi di produzione e gestione.
Il programma “VIVA” del Ministero della transizione ecologica basato su indicatori ambientali relativi ad aria, acqua, territorio e vigneto; il progetto “Tergeo” dell’Unione italiana vini attraverso il quale vengono raccolte e divulgate soluzioni innovative, tecnologiche e gestionali, per migliorare la sostenibilità dell’impresa vitivinicola; la norma “Equalitas” di Federdoc ed altri basata su un sistema di gestione e su un bilancio di sostenibilità annuale delle aziende.
Il sistema unitario di certificazione della sostenibilità ha visto il primo tassello operativo con il decreto 23 giugno 2021 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), recante “Costituzione del comitato della sostenibilità vitivinicola”.
Il Comitato, composto da rappresentanti del Mipaaf, delle Regioni e PP.AA. e di altri organismi tecnici di settore, ha il compito di definire e aggiornare il disciplinare di sostenibilità vitivinicola, supportare il Mipaaf nella consultazione del partenariato economico e sociale, definire gli indicatori e il sistema di monitoraggio in modo integrato con quelli della PAC 2023-27.
In attesa del disciplinare che verrà pubblicato prossimamente con decreto del Mipaaf, gli operatori di filiera, in forma singola o associata, possono valutare le modalità di adesione volontaria al sistema di certificazione della sostenibilità approfondendo le modalità attualmente in uso per il Sistema di qualità nazionale della produzione integrata (SQNPI), di cui all’articolo 2 – commi 3), 4) e 5) della legge 3 febbraio 2011, n. 4 e dal relativo decreto ministeriale di applicazione 8 maggio 2014, n. 4890, disponibile al seguente link del sito della Rete Rurale Nazionale:
https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16550